Raccoglievo papaveri e sognavo il Giappone,
quando vidi dietr'a me una bambina bionda.
Mangiava delle ciliege, aveva un aquilone.
Occhi colorati come biglie, tutta tonda.
Con un sorriso, le chiesi: "Il tuo nome?".
Con la frangia sul viso e tutta emozionata
Lei mi rispose: "Melina. E il tuo come?".
Come una mela, era dolce, liscia e arrossata.
Mai nella vita udii nome tanto riuscito.
Un visetto così pieno, di zucchero profumato
Che d'addentarla non aspettavo che l'invito.
Un'occhiata ed ero già caduto, già innamorato.
Andammo fin sù la collina, quella più assolata.
Le avevo comprato delle caramelle nel frattempo.
Eravamo io, il piccolo fiume, papere e la mia amata.
A fissarla, pensavo: "Che non passi mai questo tempo".
Masticava i dolciumi con avarizia, la ghiotta.
Indicava le oche bianche sul fiume specchiato,
facendo ogni volta con le manine care una gran botta.
"Guarda, quella laggiù s'è alzata e ha volato!".
Una bambina di mela m'era dal cielo piovuta.
Bionda, rossa, tondetta, tutta fossette e risolini.
"Melina, piccola, dimmi, da dove sei venuta?".
Lei non rideva più adesso. Si mordeva i ditini.
Guardavamo il sole che scendeva e m'abbracciò.
M'era tutta vicina e come una foglia tremava.
Pensavo sentisse freddo, piccina, e la coprii perciò.
Ma vidi che qualche lacrima quel visino le rigava.
Mi sentii una persona, un uomo proprio speciale.
Ecco, una principessa m'ha scelto come protettore.
Si chiama Melina, ed è tanto bella da far del male.
Per quel viso tondo, ecco, provavo vero amore.
Nessuno mi parlava mai solitamente, sapete?
Dicevano in giro che ero una persona impazzita.
Ecco, una persona più sola di me, non la troverete.
Abbandonato da tutti in fondo ad una ripida salita.
Ma questa bimba dal viso di mela e oro, lei sì.
M'aveva preso con sé, a guardare le papere, il sole.
E d'un tratto il mondo m'era parso bello così.
Così tanto che anche solo ricordarla, mi duole.
Piccola Melina, la tua cara mamma poi ti portò via,
Dandomi del maniaco, sputandomi in viso, urlando.
Piccola Melina, dove sei? Sei ancora tutta mia?
Io son quì, sulla collina, che ancora le oche sto mirando.
scritta da CHIARA CAVALLINI
venerdì 13 novembre 2009
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